Intervista a Luca Aloisi

Tatuatore romano, ha parlato di tecnologia e social network

Ciao Luca, grazie per aver accettato la nostra proposta di intervista! Ti puoi presentare brevemente e raccontarci il tuo percorso professionale?

Non ricordo con precisione quando è iniziata la mia passione per l’arte ma sono quasi certo che c’è sempre stata. In realtà sto solo continuando la vocazione che la mia famiglia tramanda da generazioni, io faccio parte dell’epoca new age e ho deciso anche io di lasciare il segno, non su tela ma sulla pelle delle persone.

Dalla prima volta che ho visto un tatuaggio ho capito che gran parte della mia vita poteva basarsi su quello.
Ho iniziato professionalmente nel 2015 per poi entrare in vari studi e confrontarmi con altri artisti di spessore, tra questi Daniele Ramacogi, amico e collega ancora adesso.

La tecnologia è importante nella tua professione? Come la utilizzi?

Ho iniziato ad usare la tecnologia perché in questo momento è quasi indispensabile avere una vetrina con cui far vedere i propri lavori agli altri… purtroppo non è più come qualche anno fa che ti faceva lavorare il passa parola. Si passa da carta a iPad, da pennello a pennino, da pelle a Instagram… Ovviamente non nego che è un ottimo modo per far girare la tua arte ma porta via, in alcuni casi, il romanticismo che c’è in questo lavoro.

© Luca Aloisi

In tempo di pandemia e distanziamento sociale, la promozione della tua attività è avvenuta in rete attraverso i social network. Secondo te ha funzionato?

Come ho appena detto, il passa parola non basta più e se adesso non agisci come fanno tutti non hai visibilità. Ciò è valso ancor di più nel periodo di lockdown e restrizioni.

Quindi, stai continuando ad usare le piattaforme sociali per promuoverti?

In questo periodo, cambiando stile e modo di pensare, sto usando i social per arrivare a persone estranee al tatuaggio e cercare di infondere un pò di cultura.

In che senso?

Tutti pensano al tatuaggio come un modo per trasgredire. In realtà, l’uomo sin dall’alba dei tempi ha avuto l’esigenza di scriversi addosso.

© Luca Aloisi

In che modo, secondo te, è possibile coinvolgere i tuoi Clienti in modo che siano essi stessi a valorizzare il tuo lavoro sui social network e farli diventare dei veri e propri ambassador?

Non promuovo spesso post o storie e non amo che lo facciano gli altri, ma quando è successo ho avuto risultati molto buoni.

I miei clienti postano in autonomia, perché si affezionano a me e soprattutto al mio stile che è semplice ma romantico allo stesso tempo perché descrive degli stati d’animo che spesso vengono raccontati e condivisi attraverso una foto su Facebook o Instagram, ma il più delle volte restano impressi nella mente e sulla pelle delle persone.

>> Se vuoi saperne di più, segui Luca Aloisi su Instagram <<
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